domenica 18 dicembre 2016

Chris Bohjalian - L'Inverno più Lungo





Mesi finali della II guerra mondiale: da est l'armata rossa avanza travolgendo ogni disperata resistenza di raccogliticce truppe tedesche formate da uomini avanti negli anni e ragazzini imberbi e violentando e stuprando i civili, rei  di essere tedeschi, da ovest le truppe anglo-americane avanzano rapidamente anch'esse verso il fiume Elba, nel mezzo una famiglia di possidenti tedeschi che, abbandonata la casa indifendibile, fugge verso ovest  sperando di imbattersi negli avamposti inglesi o americani confidando nella benevolenza e buona disposizione umana di questi ultimi verso i vinti. La famiglia tedesca è composta da una madre, l'adolescente figlia Anna e un figlioletto di 10 anni Theo, mentre il capofamiglia e i due figli maggiori combattono, chissà dove, contro i Russi; a loro si accompagna un prigioniero scozzese, Callum, una sorta di salvacondotto che testimoni al momento opportuno la loro umanità e più tardi, lungo il cammino, si aggrega Uri, un giovane ebreo che nasconde la sua vera identità. Non tutti i protagonisti raggiungeranno la meta finale perché la morte ghermirà alcuni di loro ma il viaggio verso ovest sarà comunque l'opportunità per guardare dentro di sé, per conoscersi meglio e scrollarsi di dosso ignoranze e opportunismi, di riconoscere la realtà della situazione, di accettarla, di viverla facendo scelte disinteressate. Questo è un libro che mi ha preso tanto e mi ha fatto vivere la drammaticità quotidiana di un periodo storico caotico e difficile, permettendomi di coglierne l'essenza come i libri di saggistica storica non sempre riescono a fare.


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