lunedì 17 dicembre 2018

Finchè i Piedi ci Portano (So weit die Füße tragen) - Josef Martin Bauer (1955)





Il tenente tedesco Clemens Forell, prigioniero dei russi, alla conclusione della II Guerra Mondiale viene condannato dal tribunale del popolo a 25 anni di lavori forzati e inviato in una miniera di piombo in Siberia: da laggiù sembra impossibile imbastire una fuga ma lui non troverà pace finché non riuscirà a evadere dal gulag in cui è segregato, animato dalla folle speranza di attraversare l'inospitale e selvaggia taiga siberiana, farla in barba ai  "rossi" che lo inseguono senza tregua e tornare in Germania dove ha lasciato una giovane moglie di cui è ancora innamorato e un figlioletto da crescere. Non sarà facile né breve l'odissea di questo giovane evaso in terra straniera, solo come può esserlo uno straniero, col solo aiuto di una bussola per orientarsi ma sorretto dalla ferrea determinazione di non cedere...Ho riletto a distanza di quasi mezzo secolo un libro che riconferma la credibilità del suo impianto narrativo permettendomi di ritrovare, nella sua lettura, l'identico coinvolgimento emotivo che provai da adolescente



2 commenti:

  1. CONFERMO IN PIENO!!! Me lo diede (tra altri di egual valore) da leggere mia madre, saggiamente! La profonda impressione che ne ricevetti fece di me l'uomo che sono, fanaticamente convinto che guerre, eserciti, confini, armi, nazioni ed altre pazzie tali siano!

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  2. Avevo questo libro in casa da 40 anni e non l'avevo mai letto fino all'altro ieri. Josef Martin Bauer è uno dei più bravi scrittori del mondo. Come Solzhenitsyn ha saputo raccontare la disumana prigionia sovietica da dove non si tornava quasi mai.

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