domenica 3 novembre 2019

Alex Haley: Radici (Roots) [1976] - Queen [1992]




Beh, alla fine l'ho letta anch'io questa saga afro-americana che spazia dalla seconda metà del XVIII secolo, ai tempi delle navi negriere che trasportavano dall'Africa innumerevoli giovani d'ambo i sessi verso le colonie americane e venderli come schiavi per coltivare gli immensi campi di cotone, fino ai giorni nostri! Che dire? Un bel libro, scritto bene e appassionante, non lacrimevole come "La capanna dello zio Tom", descrive con sincerità e verosimiglianza le condizioni degli africani nelle piantagioni americane, il loro orgoglio e le loro carni umiliate dalle sferze fisiche e morali dei padroni bianchi. I personaggi maschili come Kunta Kinte, Kitchen George, Tom Murray, sono splendide figure ricche di umanità e orgoglio nonostante lo stato di schiavitù, ma anche splendide figure femminili e su tutte Bell, Kizzy, Matilde e Irene si fanno amare e rispettare nonostante lo stato di schiavitù.





Il libro che non ti aspetti! Anche se molto diverso nella scrittura dal precedente "Radici", il che mi fa supporre che sia stato in realtà scritto da David Stevens sugli appunti di Alex Haley, "Queen" viene presentato come il seguito di "Radici" ma in realtà seguito non è anche se racconta una storia ambientata nelle piantagioni di cotone e insieme il dramma della schiavitù dei negri. Un magnifico romanzo che, partendo dall'Irlanda del XVIII secolo vessata dagli inglesi, segue la vita di James Jackson che fugge in America per rifarsi una vita divenendo padrone di una grande piantagione nel sud degli Stati Uniti, coltiva amicizie importanti e si afferma come brillante uomo d'affari fino ad essere eletto senatore. Il figlio di James, Jass Jackson, si innamorerà di una schiava negra, Easter, con la quale concepirà una figlia, Queen, che tuttavia non riconoscerà mai. Il sogno di Queen di essere accolta in seno alla famiglia del padre naufragherà miserevolmente davanti all'indifferenza di Jass e all'odio della moglie di lui, finché, dopo molte vicissitudini, la vittoria dei nordisti sui confederati le permetterà di affrancarsi dalla schiavitù, trovare la forza di spezzare quel legame affettivo mal riposto e cercare in qualche modo di rifarsi una vita altrove. Ho apprezzato molto questo romanzo privo di falsi pietismi e luoghi comuni che mi ha condotto per mano raccontandomi la vita difficile dei negri nelle piantagioni americane, l'orrore della guerra civile, il disprezzo e l'odio dei bianchi verso i negri, il miraggio del nord come terra di libertà ed emancipazione, la difficoltà di intraprendere una normale vita di relazione in un'America solo in parte animata dallo spirito di fratellanza e democrazia


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