sabato 3 agosto 2019

La Peste - Albert Camus (1947)





La città di Orano viene colpita dalla peste! La popolazione, le autorità cittadine, il clero, i militari, di fronte allo stato di calamità, reagiscono tutti più o meno come ci si aspetterebbe in qualsiasi altra città del mondo dapprima con incredulità, poi man mano, di fronte alle morti a ritmo esponenziale, prendendo atto della situazione. La città viene isolata, le autorità all'interno cercano di combattere il male con le risorse a disposizione, ma la peste dilaga inesorabile. All'interno della collettività abbattuta e indifesa tuttavia si ergono alcune figure che non si arrendono e che, senza perdere la loro umanità, le loro speranze, il loro credo, combattono il morbo  in tutti i modi. Su tutti il dottor Bernard Rieux che raccoglie attorno a sé, con l'esempio di medico e di uomo sempre disponibile  e mai domo, altri personaggi come l'idealista Giovanni Torreau, il giornalista Rambert, teso tra l'impossibile fuga verso la donna amata lontana e la volontà di dare il suo contributo umanitario, l'impiegato comunale Giuseppe Grand, l'aspirante suicida signor Cottard, l'anziano virologo Castel, che insieme a lui alzeranno una barriera di solidarietà, di impegno sociale quotidiano, di amicizia e di abnegazione e combatteranno giorno per giorno l'epidemia fino alla sua scomparsa. Non tutti loro riusciranno a superare indenni la lotta disperata ma caparbia che intraprendono pur consci dei loro limiti umani, ma lasceranno un segno indelebile del loro vincolo morale. Il romanzo di Camus è un libro "difficile", l'ho letto senza cercare metafore o significati impliciti e così l'ho accettato e apprezzato.


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